Le cose accadono quando non te le aspetti

immagine surreale di una giraffa che guarda dentro l'oblò di un aereo

Il tantra dice che le cose accadono quando non te le aspetti, quando non le forzi, quando non le desideri ardentemente.
Ma questa è una conseguenza, non un risultato. E sta’ bene attento alla differenza tra “conseguenza” e “risultato”. Un risultato è desiderato consciamente, una conseguenza è un effetto. Ad esempio, se ti dicessi che giocare crea la felicità come conseguenza, tu proveresti a giocare in funzione del risultato. Andresti a giocare aspettandoti come risultato la felicità, ma io ti ho detto che sarebbe stata una conseguenza, non un risultato.
“Conseguenza” vuol dire che, se sei veramente immerso nel gioco, la felicità accadrà. Se hai il pensiero fisso sulla felicità, questa sarà un risultato e non accadrà mai. Un risultato è uno sforzo conscio; una conseguenza è solo un effetto. Se sei profondamente immerso nel gioco, sarai felice. Ma quell’aspettativa, il desiderio stesso della felicità, non ti permetteranno di essere profondamente immerso nel gioco e l’attesa del risultato diventerà la barriera che ti impedirà di essere felice.
La felicità non è un risultato: è una conseguenza. Se ti dico che amando sarai felice, la felicità sarà una conseguenza, non un risultato. Se pensi che devi amare, poiché vuoi essere felice, non ne verrà fuori nulla. Sarà una perdita di tempo, perché non si può amare in funzione di un risultato. L’amore accade! Non c’è motivazione dietro di esso!
Se ci fosse una motivazione, non sarebbe amore, ma qualcos’altro. Se sono motivato e penso che ti devo amare, poiché desidero la felicità, questo amore sarà falso. E poiché sarà falso, la felicità non accadrà. Non arriverà, è impossibile. Ma se ti amo senza alcun motivo, la felicità seguirà come un’ombra.
Il tantra dice che l’accettazione sarà seguita dalla trasformazione, ma non devi fare dell’accettazione una tecnica per la trasformazione: non lo è! Non desiderare la trasformazione. Solo in quel caso accade la trasformazione; se la desideri, il desiderio stesso è un ostacolo. Allora l’interrogativo su cosa sia l’indulgenza e cosa sia la repressione non sorgerà.

OSHO – “The Book of The Secrets vol. II”
©1975 International copyright by Osho International Foundation

Sesso Violento e Guarigione della Vagina

Uno stupro non è necessario per traumatizzare una vagina.
Se trattati in modo ruvido e violento, anche all’interno di una relazione stabile e apparentemente sana, i tessuti estremamente sensibili della vagina possono perdere la loro altissima sensibilità.
In Occidente, uomini e donne imparano l’arte di fare l’amore con la pornografia, un’industria che lavora con l’intenzione di attirare principalmente un pubblico maschile sin dalla giovane età, incoraggiando l’abuso di integrità e il corpo femminile.
In questo tipo di produzione, non è raro che gli uomini “consumino” e abusino del corpo della donna come un animale, colpendola con forza e brutalità, umiliandola e diminuendone il valore.

Questo tipo di messaggio viene quindi replicato dall’uomo, nelle sue relazioni intime.

Ignorando la vera arte di fare l’amore, la maggior parte degli uomini occidentali non è consapevole della fisionomia femminile e dell’altissima sensibilità della vagina, aggiungendo il fatto che molte donne accettano questo tipo di comportamento perché non sono disponibili a rispettare e ad ascoltare il loro stesso corpo.

Molte sono soggette a questo tipo di comportamento perché temono di perdere l’uomo.

La solitudine è una delle più grandi paure delle donne.

Consentendo la violenza, la donna subisce gradualmente una diminuzione delle sue qualità ricettive.

In Occidente, un uomo penetra una donna molto prima che la sua temperatura sessuale sia abbastanza alta da invitarlo a entrare.

In secondo luogo, dopo l’ingresso dell’uomo, si verificano una serie di attriti del pene contro le pareti vaginali sensibili e morbide che causano un altro effetto negativo:

La vagina non è più un canale altamente sensibile e ricettivo e diventa un canale indurito e “corazzato”.

In terzo luogo, i movimenti meccanici del bacino, tipici del sesso convenzionale, contribuiscono ancora di più ad aumentare la crescente insensibilità dell’interno della vagina.

Sesso lento e guarigione della vagina

Un esempio concreto della connessione tra il seno e la vagina-utero è il fatto che la suzione del neonato attiva l’espulsione della placenta e che quando le madri allattano al seno, generano ossitocina che agisce a livello della cervice.

Quindi una buona stimolazione del seno è sufficiente per raggiungere l’orgasmo?

Ci sono molte donne che non hanno bisogno di questo passaggio per raggiungere l’apice, ma per la maggior parte questo è un passo prezioso, che se fosse rispettato e ben condotto, probabilmente non ci sarebbero tante donne frigide o con difficoltà a raggiungere l’orgasmo.

Quando ben stimolato, il seno promuove un tipo di energia che inonda e accende la vagina.

In una relazione eterosessuale, la vagina, in quanto polo passivo, deve essere completamente preparata per ricevere il massimo impatto dall’energia maschile.

È importante conciliare la natura ricettiva / passiva della sessualità femminile. Passivo non significa sottomesso.

Nella Sacra Sessualità, la donna riceve energia maschile nel suo corpo ed è per questo che si dice che sia il polo passivo: il suo movimento non è verso l’esterno, come nel caso dell’energia maschile, ma dall’interno verso l’alto.

Quando la vagina di una donna vibra come una risposta magnetica alle carezze del seno, diventa ricettiva e attiva in sé l’energia sessuale, creativa e piacevole.

Questo è il momento in cui la donna si rende conto di essere pronta per il rapporto.

È un evento energetico completamente spontaneo: un “Sì” assoluto alla penetrazione in profondità.
Allora si può aprire l’ingresso dell’energia dinamica del pene creando un circuito elettromagnetico vivo.

La vagina “si scioglie” attorno al pene e beve l’energia che si irradia da esso.

La donna, in quanto forza ricettiva femminile, ha la capacità di trascinare l’energia maschile verso l’alto attraverso la sua vagina, portandola al cuore e elevandola a una frequenza più alta.

Il sesso è un atto sublime di comunicazione sottile e potente e, come in tutte le dinamiche comunicative, il destinatario deve essere disposto e aperto a ricevere ciò che il mittente deve esprimere.

Se il mittente e il destinatario sono ben sintonizzati, allora la comunicazione fluisce, proprio come l’energia sessuale scorre attraverso questa dinamica di ricettività e apertura reciproca.
In caso contrario, per quanto l’emittente voglia fornire la sua energia / informazione, il destinatario non può assorbirla o integrarla.

… amore, ascolto, lentezza, silenzio, interiorizzazione, presenza…

Queste sono le chiavi per risvegliare il potere sessuale femminile nel rapporto sessuale.
Un potere che deve essere riscaldato a fuoco basso e quando arriva a ebollizione ha una tale energia che può portare le donne a stati di coscienza alterati inimmaginabili in grado di sciogliere il più grande iceberg. E persino lenire o guarire, alcune ferite sessuali emotive.

Il percorso di guarigione è nelle nostre mani …

Il primo passo dovrebbe essere quello di guardare la nostra sessualità con il desiderio di migliorarla, solo allora avremo la possibilità di cambiare la nostra energia alchemica e questo avrà una conseguenza immediata in tutta la nostra vita.

Ollin Mazatzin Emekauko

La tua paura annienta la tua fiducia

orso bianco con fauci spalancate ragazzina senza paura con vestito blu

È possibile che tutto torni come prima o anche meglio? Non lo possiamo sapere. Ma tu ora cosa stai facendo?

Se dai spazio alla paura la tua salute e il tuo equilibrio ne saranno contaminati e chiuderai la tua possibilità di vedere nuove vie: sei focalizzato sul cercare di non perdere qualcosa e non puoi vedere se si stanno aprendo nuove porte che prima ti erano sconosciute. Per vedere quelle porte hai bisogno di essere aperto e rilassato. E si apriranno, ce ne saranno tante, stanne certo. È provato che nel corso della storia i momenti di grande crisi sono una grande opportunità di crescita. Ma solo per alcuni, altri vengono eliminati. è un movimento naturale. L’esistenza si muove in questo modo per evolversi, questo lo sai bene anche tu. Guarda i documentari sulla natura, guarda come si muovono le specie animali e vegetali per sopravvivere, per contribuire all’evoluzione della propria specie. È la natura.

È chiaro che arriva la paura, tante minacce e tanti elementi sconosciuti da un giorno all’altro: tutto normale.
Ma ricordati che puoi fare qualcosa: puoi non darle spazio. Se non le dai spazio non può sopravvivere come forma nel tuo sistema energetico. Se le dai spazio la coltivi, le dai cibo e la paura cresce prendendo il sopravvento su di te. A quel punto il tuo sistema energetico entra in crisi.

Come tanti altri in questo periodo di isolamento, mando messaggi o parlo con amici, colleghi, anche persone che non sento da tanti anni. Non ho mai sentito così tanto amore come in questi giorni, tanto bisogno di ricevere amore e tanto bisogno di darlo. Perché? Ci potrebbero essere diversi motivi, ma il motivo fondamentale è che l’amore è un bisogno naturale. Ne hai sempre avuto bisogno ma causa il tuo stile di vita non gli hai mai dato spazio. Te ne sei dimenticato. L’esperienza che hai fatto nella tua vita è quella di imparare a chiudere il cuore per non sentire le difficoltà, il dolore. Anche questo è un movimento naturale: quando c’è dolore il cuore naturalmente si chiude. Il tuo cuore si è abituato a essere represso, chiuso, ma c’è sempre stato. è sempre stato lì.
È insito nella nostra natura. è parte dell’esistenza, di tutti gli esseri viventi, è uno dei pilastri che permette agli organismi viventi di essere vivi, di stare nel momento presente, di radicare la propria esistenza e di muovere la propria vita da uno spazio sano.

Ora questo campo di amore globale è molto presente, su tutta la terra in questo momento stiamo risuonando alla stessa frequenza, è un avvenimento globalmente straordinario. Ora il tuo cuore è più aperto e lo puoi usare, hai questa possibilità. La frequenza del cuore è tremendamente potente ed è una delle vie più efficaci per riaprire lo spazio della nostra fiducia incondizionata. Dal cuore espandi la tua fiducia. Così come la paura minaccia e chiude lo spazio della fiducia. Quando ti accorgi che stai entrando nello spazio della paura fai qualcosa che ti aiuta a riconnetterti alle tue risorse se puoi. Quello che vuoi, qualcosa che ti piace, che ti nutre, attiva i tuoi strumenti.
E quando ti muovi nel mondo (nonostante ora tu possa farlo limitatamente) fallo da uno spazio di fiducia e potrai vedere con occhi diversi.

In questi giorni tutto sta cambiando e tutti hanno questo problema. Cosa significa? Che si stanno aprendo tantissime nuove porte che tanti non riescono a vedere. Usa l’amore che c’è intorno a te, togliti la maschera della paura, sii uno spettatore di questo nuovo mondo.

Questa può essere la tua grande opportunità in questo periodo di cambiamento. Questa può essere la tua meditazione. Non dare spazio alla paura

Con amore.
Loris

La Primavera Non lo Sapeva…

bambina innocente che sta raccogliendo fiori in un prato pieno di fiori gialli

Era l’11 marzo del 2020, le strade erano vuote, i negozi chiusi, la gente non usciva più.
Ma la primavera non sapeva nulla.
Ed i fiori continuavano a sbocciare
Ed il sole a splendere
E tornavano le rondini
E il cielo si colorava di rosa e di blu
La mattina si impastava il pane e si infornavano i ciambelloni
Diventava buio sempre più tardi e la mattina le luci entravano presto dalle finestre socchiuse
Era l’11 marzo 2020 i ragazzi studiavano connessi a internet
E nel pomeriggio immancabile l’appuntamento a tressette
Fu l’anno in cui si poteva uscire solo per fare la spesa
Dopo poco chiusero tutto
Anche gli uffici
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini
Perché non c’era più spazio per tutti negli ospedali
E la gente si ammalava
Ma la primavera non lo sapeva e le gemme continuavano ad uscire
Era l’11 marzo del 2020 tutti furono messi in quarantena obbligatoria
I nonni le famiglie e anche i giovani
Allora la paura diventò reale
E le giornate sembravano tutte uguali
Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire
Si riscoprì il piacere di mangiare tutti insieme
Di scrivere lasciando libera l’immaginazione
Di leggere volando con la fantasia
Ci fu chi imparò una nuova lingua
Chi si mise a studiare e chi riprese l’ultimo esame che mancava alla tesi
Chi capì di amare davvero separato dalla
vita
Chi smise di scendere a patti con l’ignoranza
Chi chiuse l’ufficio e aprì un’osteria con solo otto coperti
Chi lasciò la fidanzata per urlare al mondo l’amore per il suo migliore amico
Ci fu chi diventò dottore per aiutare chiunque un domani ne avesse avuto bisogno
Fu l’anno in cui si capì l’importanza della salute e degli affetti veri
L’anno in cui il mondo sembrò fermarsi
E l’economia andare a picco
Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti
E poi arrivò il giorno della liberazione
Eravamo alla tv e il primo ministro disse a reti unificate che l’emergenza era finita
E che il virus aveva perso
Che gli italiani tutti insieme avevano vinto
E allora uscimmo per strada
Con le lacrime agli occhi
Senza mascherine e guanti
Abbracciando il nostro vicino
Come fosse nostro fratello
E fu allora che arrivò l’estate
Perché la primavera non lo sapeva
Ed aveva continuato ad esserci
Nonostante tutto
Nonostante il virus
Nonostante la paura
Nonostante la morte
Perché la primavera non lo sapeva
Ed insegnò a tutti
La forza della vita.

Irene Vella

Arrendersi

Ma non chiedermi cosa puoi fare per arrenderti: non puoi fare nulla. Oppure, puoi fare una cosa sola: essere consapevole di cosa realmente guadagni tramite l’azione: siine consapevole! Pensi di aver “guadagnato molto”: hai guadagnato molta infelicità, molte angosce e molti incubi. Hai “guadagnato”! Questo è ciò che hai guadagnato attraverso il tuo sforzo, questo è ciò che l’ego può guadagnare. Sii consapevole dell’infelicità che hai creato in modo positivo, attivo, senza arrenderti. Sii consapevole di tutto ciò che hai fatto alla tua vita e questa consapevolezza ti aiuterà un giorno a buttare via tutto e ad arrenderti. Servirà a ricordarti che verrai trasformato non dall’arrenderti a un Guru particolare, ma dalla resa in sé.
Dunque, il Guru è irrilevante; non è la cosa fondamentale. La gente continua a venire da me, chiedendomi: “Voglio arrendermi, ma a chi?”. Non è questo il punto. Non è questione di “a chi”. È la resa in sé che aiuta, non la persona a cui ti sei arreso. Egli potrebbe non esistere nemmeno o non essere un autentico Illuminato. Potrebbe non essere altro che un impostore, ma non è questo il punto; non ha importanza! Ti sei arreso: questo aiuta, perché ora sei vulnerabile, aperto, sei diventato femminile. Hai perso l’ego maschile e sei diventato un grembo femminile.
La persona a cui ti sei arreso potrebbe essere un impostore o non esistere affatto, ma non è questo il punto! Ora che ti sei arreso, qualcosa può succederti. E molte volte è successo che anche con un falso maestro i discepoli si illuminassero. Questo forse ti sorprenderà: i discepoli si sono illuminati anche con un falso maestro!
Si racconta che Milarepa si fosse arreso a un insegnante. Egli era un uomo di fede, estremamente fiducioso. Per cui quando l’insegnante gli disse: “Dovrai arrenderti a me, solo allora potrò aiutarti”, egli rispose: “Va bene, mi arrendo”. Ma i vecchi seguaci di quel maestro erano invidiosi di Milarepa perché era un tipo d’uomo assolutamente diverso. Era un’autentica forza magnetica e avevano paura che, se fosse rimasto lì, sarebbe diventato il capo dei discepoli e quindi il successivo Guru. Per cui dissero al loro insegnante: “Quest’uomo non sembra sincero, quindi prima controlla se la sua resa è reale”.
Il maestro chiese: “Come dovremmo metterlo alla prova?”. Essi risposero: “Digli di saltare da questa collina”. E il maestro disse a Milarepa: “Se ti sei veramente arreso a me, salta da questa collina”. Egli non aspettò nemmeno di dire sì, ma saltò immediatamente. I discepoli pensarono che fosse morto e scesero. Impiegarono ore per arrivare a valle e lo trovarono semplicemente seduto sotto un albero a meditare, felice come non lo era mai stato.
A quel punto i discepoli sostennero che si era trattato semplicemente di una coincidenza fortuita. Anche il maestro era sorpreso. Com’era potuto accadere? Per cui chiese in privato a Milarepa: “Cos’hai fatto? Com’è stato possibile?”. Egli rispose: “Quando mi sono arreso, non ero più io che facevo qualcosa, sei stato tu a fare qualcosa”.
Il maestro sapeva benissimo di non aver fatto nulla, per cui ci riprovò. Mentre una casa bruciava, disse a Milarepa di entrare, sedersi e uscire solo quando tutta la casa fosse stata ridotta in cenere. Milarepa entrò e rimase lì per ore, finché la casa non fu altro che cenere. Quando gli altri entrarono, egli era semplicemente sepolto sotto la cenere, ma vivo ed estatico come non mai. Milarepa toccò i piedi del suo maestro dicendo: “Stai facendo miracoli”.
Allora il maestro disse: “È difficile credere che questa sia un’altra coincidenza”. Ma i seguaci risposero: “Non è altro che una coincidenza. Provaci ancora. Ci vogliono almeno tre prove”. Mentre attraversavano un villaggio, il maestro disse: “Milarepa, la barca non è ancora arrivata e il traghettatore non ha mantenuto la parola, per cui, va’, cammina sull’acqua fino all’altra sponda e dì al traghettatore di venire”. Milarepa andò e allora il maestro davvero pensò che fosse un miracolo. Raggiunse l’altra sponda e tornò indietro con il traghetto.
Il maestro chiese: “Milarepa, come fai?”. Egli rispose: “Mi affido semplicemente al tuo nome e poi agisco. È il tuo nome, maestro, che mi aiuta”. Allora il maestro pensò: “Se è il mio nome che può tanto…”. Provò anche lui a camminare sull’acqua, ma affogò e nessuno sentì mai più parlare di lui.
Com’è potuto succedere? Ciò che conta è la resa, non il maestro, non ciò a cui ti arrendi. La statua, il tempio, l’albero, la pietra, qualsiasi cosa va benissimo. Se ti arrendi, diventi vulnerabile all’Esistenza e l’intera Esistenza ti prende nelle sue braccia.
Forse questa storia è solo una parabola, ma il significato è questo: quando ti arrendi, l’intera Esistenza è dalla tua parte. Il fuoco, la collina, il fiume, la valle, nulla è contro di te perché tu non sei contro nulla. Non c’è più ostilità.
Se cadi da una collina e ti spezzi le ossa, quelle sono le ossa del tuo ego. Stavi facendo resistenza e non hai permesso alla valle di aiutarti. Stavi aiutando te stesso, ti ritenevi più saggio dell’Esistenza. Arrendersi vuol dire arrivare a capire che tutto ciò che fai è stupido e senza senso. E hai commesso tantissime stupidità per molte vite.
Affidati all’Esistenza. tu non puoi fare nulla! Devi comprendere che sei senza speranza, questa comprensione – sentire di essere assolutamente senza speranza – aiuterà la resa ad accadere.

OSHO – “The Book of The Secrets vol. II”
©1975 International copyright by Osho International Foundation

Amore e Attaccamento

Terza domanda: “Hai detto che l’amore può rendere liberi. Ma in genere vediamo che l’amore diventa attaccamento e invece di liberarci, ci rende più schiavi. Puoi dirci qualcosa sull’attaccamento e la libertà?”.
L’amore diventa attaccamento quando non è amore. Era solo un gioco, un inganno. La realtà è l’attaccamento; l’amore esisteva solo come facciata. Quindi, ogni volta che ti innamori, presto o tardi scopri di essere diventato uno strumento e da ciò comincia tutta l’infelicità. Qual è il meccanismo? Perché accade?
Proprio pochi giorni fa è venuto da me un uomo che si sentiva molto in colpa. “Amavo tantissimo una donna,” disse, “il giorno in cui è morta piangevo e singhiozzavo, ma improvvisamente mi sono accorto che dentro di me avvertivo una libertà, come se mi fossi liberato di un peso. Ho provato una profonda sensazione di sollievo, come se fossi diventato libero”.
In quel momento era divenuto consapevole di un secondo livello del suo sentimento. All’esterno piangeva, singhiozzava e diceva: “Non posso vivere senza di lei. Sarà impossibile, la vita non sarà altro che una lenta morte”. Ma “in profondità,” ha detto “sapevo di sentirmi molto bene, finalmente libero”.
Poi, a un terzo livello cominciò a sentirsi cadavere, e che aveva iniziato a sentirsi molto in colpa. “Aiutami”, mi pregò, “cos’è successo alla mia mente? Ho tradito mia moglie così?”
Non è successo nulla; nessuno ha tradito. Quando l’amore diventa possesso, attaccamento, diventa un peso, una schiavitù. Ma perché l’amore diventa un attaccamento? La prima cosa da capire è che se l’amore diventa attaccamento, ti stavi solo illudendo che fosse amore. Stavi solo fingendo. In realtà, avevi bisogno dell’attaccamento. E se vai ancora più in profondità, scoprirai che avevi anche bisogno di diventare uno schiavo.
Esiste una sottile paura della libertà, per cui tutti vogliono essere schiavi. Tutti, naturalmente, parlano della libertà, ma nessuno ha il coraggio di essere davvero libero, perché quando sei davvero libero, sei solo. E solo se hai il coraggio di essere solo, puoi essere libero.
Ma nessuno ha il coraggio necessario per essere solo. Anche tu hai bisogno di qualcuno. Perché? Hai paura della tua solitudine. Ti annoi di te stesso. E, in realtà, quando sei solo nulla sembra avere veramente significato. Con qualcuno ti distrai, ti circondi di significati artificiali. Non potendo vivere per te stesso, cominci a vivere per qualcun altro. La stessa cosa vale per l’altro: lui o lei non possono vivere da soli, per cui si è alla ricerca di qualcuno. Quando due persone che hanno paura della loro solitudine si incontrano e cominciano a giocare all’amore, in profondità sono alla ricerca di attaccamento, prigionia, schiavitù.
E prima o poi tutti i desideri si avverano. Questa è una delle più grandi disgrazie a questo mondo. Qualunque cosa desideri si avvera, prima o poi l’ottieni e il gioco di facciata scompare. Esaurita la sua funzione, scompare. Quando siete diventati moglie e marito, schiavi l’uno dell’altra, l’amore scompare, poiché era solo un’illusione grazie alla quale due persone hanno potuto diventare schiave l’una dell’altra.
Non puoi chiedere direttamente di essere uno schiavo; è troppo umiliante. Né puoi dire direttamente a qualcuno: “Diventa mio schiavo”; si ribellerebbe. Non potendo dire: “Voglio essere tuo schiavo”, dici: “Non posso vivere senza di te”. Ma il significato è lo stesso. E quando il vero desiderio
è soddisfatto, l’amore scompare. Allora cominci ad accorgerti della schiavitù, delle catene e lotterai per liberarti.
Ricorda uno dei paradossi della mente: se non riesci a ottenere una cosa, la desideri fortemente; se la ottieni, te ne annoi. Quando sei solo, aneli a qualche tipo di schiavitù, e quando sei in schiavitù, aneli alla libertà. In realtà, solo gli schiavi anelano alla libertà, le persone libere tentano di nuovo di essere schiave. La mente oscilla sempre come un pendolo, si sposta da un estremo all’altro.
L’amore non si tramuta in attaccamento. L’attaccamento era il bisogno; l’amore era solo un’esca. Eri alla ricerca di un pesce chiamato “attaccamento”, per il quale l’amore era solo un’esca. Quando il pesce ha abboccato, l’esca viene gettata via. Ricordalo e ogni volta che fai qualcosa, va’ in profondità dentro te stesso alla ricerca della vera causa.
Se ci fosse amore vero, non si tramuterebbe mai in attaccamento. In che modo l’amore si trasforma in attaccamento? Nell’istante in cui dici al tuo amato: “Ama solo me” hai cominciato a possedere. E nell’istante in cui possiedi qualcuno, lo hai insultato profondamente, perché ne hai fatto una cosa, un oggetto. Se io ti possiedo, tu non sei più una persona, ma solo una voce sulla lista dei miei beni. Sei una cosa da usare e poiché sei solo una mia proprietà, non permetterò a nessun altro di usarti. È un contratto nel quale io sono posseduto da te e tu fai di me una cosa. E in base a questo contratto, nessun altro ora può usarti. Entrambi i partner si sentono legati e schiavizzati. Io faccio di te uno schiavo e in cambio tu fai di me uno schiavo.
Allora comincia il conflitto: io voglio essere una persona libera, e tuttavia voglio possederti; tu vuoi mantenere la tua libertà e tuttavia possedermi. Se ti possiedo, sarò posseduto da te. Se non voglio essere posseduto da te, non devo possederti.
Il possesso non dovrebbe mettersi in mezzo. Dobbiamo rimanere individui e muoverci come consapevolezze libere e indipendenti. È possibile incontrarsi e fondersi l’uno nell’altra, senza che nessuno eserciti alcun dominio, in questo modo non ci sarà schiavitù, né attaccamento.
L’attaccamento è una della cose più orribili. E dicendo così, non intendo solo da un punto di vista religioso, ma anche estetico. Quando sei attaccato, hai perso la tua solitudine, il tuo isolamento, hai perso tutto. Solo per sentirti bene, con qualcuno che ha bisogno di te e sta insieme a te, hai perso tutto, hai perso te stesso.
Ma il bello è che tu provi a essere indipendente e a possedere l’altro, mentre lui fa la stessa cosa con te. Quindi, se non vuoi essere posseduto, non possedere.
Gesù ha detto: “Non giudicate affinché non siate giudicati”. È la stessa cosa: “Non possedete affinché non siate posseduti”. Non fare di nessuno uno schiavo o diventerai uno schiavo.
I maestri, i cosiddetti maestri, sono schiavi dei propri schiavi. Non puoi diventare un Maestro senza diventare uno schiavo, è impossibile. Puoi essere un vero Maestro solo quando nessuno è tuo schiavo. Sembra paradossale, perché quando dico che puoi essere un Maestro solo quando nessuno è tuo schiavo, tu ribatterai: “Allora cosa vuol dire essere Maestri? Come posso essere un Maestro quando nessuno è mio schiavo?”. Ma io affermo che solo in quel caso sei un Maestro. In quel caso nessuno è tuo schiavo e nessuno proverà a renderti schiavo.
Amare la libertà, provare a essere liberi, significa fondamentalmente arrivare a una profonda comprensione di se stessi. Adesso sai che basti a te stesso. Puoi condividere con qualcuno, senza dipendere. Posso condividere me stesso con qualcuno. Io posso condividere il mio amore, la mia felicità, la mia estasi, il mio silenzio, ma si tratta di una condivisione, non di una dipendenza. Se non ci fosse nessuno, sarei altrettanto felice ed estatico. Se è presente qualcuno, va altrettanto bene, solo in questo caso posso condividere.
Solo quando realizzi la tua consapevolezza interiore, il tuo centro, l’amore non diventerà un attaccamento. Se non conosci il tuo centro interiore, l’amore diventerà attaccamento. Se lo conosci, diventerà devozione. Per amare devi prima esserci, ma tu non sei.
Il Buddha stava attraversando un villaggio. Un giovane gli si avvicinò e disse: “Insegnami una cosa: come posso servire gli altri?”. Il Buddha rise di lui e disse: “Prima sii. Dimenticati degli altri. Prima sii te stesso e poi ogni cosa seguirà”.
In questo momento tu non sei. Quando dici: “Quando amo qualcuno il mio amore diventa attaccamento” stai dicendo che non sei. È assente colui che fa, non c’è un punto interiore di consapevolezza, per cui tutto quello che fai va storto. Prima sii, dopo potrai condividere il tuo essere e quella condivisione sarà amore. Prima di allora, qualsiasi cosa tu faccia diventerà un attaccamento.
Infine: se stai lottando contro l’attaccamento, hai preso la strada sbagliata. Lottare è possibile: lo fanno tantissimi monaci, eremiti e sannyasin. Si sentono attaccati alle loro case, alle loro proprietà, alle loro mogli, ai loro bambini, e hanno la sensazione di essere in gabbia. Scappano, lasciando le loro case, le loro mogli, i loro bambini e le loro proprietà, si fanno mendicanti e fuggono verso una foresta, verso la solitudine. Ma va’ a osservarli: vedrai che si sono attaccati al loro nuovo ambiente.
Ero andato a trovare un amico eremita che viveva sotto un albero in una foresta molto fitta, in cui vivevano anche altri asceti. Un giorno arrivò un nuovo ricercatore, mentre il mio amico non c’era. Era andato al fiume a farsi un bagno, lasciando così il “suo” albero. Il nuovo sannyasin cominciò a meditare proprio sotto il suo albero.
Quando tornò dal fiume, lo cacciò via da quell’albero e disse: “Questo è il mio albero. Va’ a cercarne uno da un’altra parte. Nessuno può sedersi sotto il mio albero”. E quell’uomo aveva lasciato la casa, la moglie, i figli! Ora l’albero era diventato una proprietà, tanto che nessuno poteva meditare sotto il suo albero.
Non puoi fuggire così facilmente dall’attaccamento perché prenderà nuove forme. Ti illuderai, ma sarà presente. Quindi non lottare con l’attaccamento: prova semplicemente a capire perché esiste e riconoscine il motivo profondo. Poiché tu non sei, c’è attaccamento.
Al tuo interno, il Sé è tanto assente che provi ad aggrapparti a qualsiasi cosa, per sentirti al sicuro. Non avendo radici, provi a fare di qualsiasi cosa le tue radici. Quando sarai radicato nel tuo Sé, quando saprai chi sei, cosa sono questo essere e questa consapevolezza dentro di te, allora non ti aggrapperai a nessuno.
Questo non significa che non amerai. Anzi, solo in quel caso potrai amare, perché solo in quel caso potrai condividere senza condizioni né aspettative. Condividi semplicemente, perché hai in abbondanza — hai così tanto che stai straripando.
Questo straripamento di se stessi è amore. E quando questo straripamento diventa un’ondata travolgente capace di colmare l’intero universo, quando il tuo amore tocca le stelle, quando la terra si appaga nel tuo amore e in esso tutto l’universo si bagna, a quel punto l’amore è devozione.

OSHO – “The Book of The Secrets vol. II”
©1975 International copyright by Osho International Foundation

L’amore ti spaventa perché reprimi il sesso

L’amore ti spaventa perché reprimi il sesso. Una persona che avrà represso il sesso avrà sempre paura dell’amore, perché il sesso segue sempre l’amore. L’amore è l’anima e il sesso il corpo: non si può accettare l’amore, perché il sesso verrebbe subito dopo; è proprio dietro l’angolo. Quindi chi ha represso il sesso non può amare. Può darlo a vedere, può fingere di amare, ma non può farlo veramente perché ha troppa paura. Per questo non è in grado di toccarti con amore: ha paura; un tocco pieno d’amore può in qualsiasi istante diventare un tocco sessuale, quindi avrà paura e non si lascerà toccare.

È possibile creare infinite giustificazioni, ma l’unico vero motivo è la paura, la paura dell’istinto represso. E quella persona sarà piena di odio, perché ogni energia repressa ritorna capovolta alla sua natura originaria.

OSHO – “The Book of The Secrets vol. II”
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Tantra: accettazione e comprensione

Il tantra dice di accettare le cose, perché l’accettazione è necessaria per comprendere. Non puoi capire qualcosa se la neghi. Se io ti odiassi, non potrei guardarti negli occhi, non potrei vedere il tuo viso; mi girerei dall’altra parte, scapperei da te, non ti guarderei direttamente. Se invece ti amassi, solo in quel caso potrei guardare nei tuoi occhi e vedere il tuo viso.

Solo l’amore vede un volto. Diversamente non osservi mai i volti delle persone; vai qua e là a guardare, ma il tuo sguardo è casuale, non è profondo. Tocca, senza penetrare mai. Ma quando ami, allora tutta l’energia va ai tuoi occhi. A quel punto l’energia si muove, tocca in profondità, va dentro l’altra persona, la incontra al centro del suo essere. Solo allora puoi vedere e conoscere.

OSHO – “The Book of The Secrets vol. II”
©1975 International copyright by Osho International Foundation

Amore e matrimonio

Se io amassi qualcuno, la mente penserebbe subito al matrimonio, perché il matrimonio blocca le cose. L’amore è un flusso che non può essere programmato. Nessuno sa dove porterà, o se porterà da qualche parte. Nessuno lo sa! Fluisce con il fiume, senza che tu possa sapere dove stia andando. Il giorno dopo, l’istante successivo, l’amore potrebbe non esistere più. Non puoi essere certo nemmeno dell’istante successivo.
La mente vuole certezze, ma la vita è incertezza. Per questo la mente è contro l’amore e a favore del matrimonio, perché il matrimonio è una cosa fissa: è una certezza. Quando fissi una cosa, il flusso scompare e l’acqua non scorre più, si è tramutata in ghiaccio. A quel punto tra le mani ti resta una cosa morta, sulla quale è facile fare previsioni. Solo le cose morte possono essere previste. Più una cosa è viva, più è imprevedibile. Nessuno sa dove stia andando la vita.
Dunque, noi non vogliamo la vita, ma cose morte. Accumuliamo cose per questo. È difficile vivere con una persona, mentre è facile vivere con le cose, per questo aumentiamo spasmodicamente i nostri beni, i nostri possessi. Se dobbiamo vivere con una persona, proveremo a fame una cosa. Una persona è inammissibile. Una moglie e un marito sono cose. Non persone, ma oggetti immutabili. Quando il marito arriva a casa, sa che la moglie lo starà aspettando. Lo sa, è in grado di prevederlo. Se ha voglia di fare l’amore, sa che c’è la moglie disponibile. La moglie è diventata una cosa e non può più dire: “No, oggi non ho voglia di fare l’amore”. Una moglie non può dire una cosa del genere. “Non ho voglia”?! Non può avere una sua volontà. E un’istituzione. Puoi fare affidamento su un’istituzione, ma non sulla vita. Ecco perché tramutiamo le persone in cose.
Osserva una relazione qualsiasi. All’inizio è una relazione tra un “io” e un “tu”, prima o poi diventa una relazione tra “io” e “ciò”. Il “tu” scompare e da quel momento abbiamo aspettative, continuiamo ad aspettarci cose ben precise. Diciamo: “Fa’ questo. È il dovere di una brava moglie, è il dovere di un bravo marito. Fallo!”. E tu devi farlo. È un dovere, e va fatto automaticamente. Non puoi dire: “No, non posso farlo”.
Questa fissità è paura della vita. La vita è un flusso di cui non si può dire nulla. In questo momento ti amo, nell’istante successivo potrei non amarti. Un momento fa non c’era amore, adesso c’è e non per merito mio. È semplicemente successo. Non ho potuto forzarlo, è un semplice accadere; ma ciò che accade spontaneamente può sparire in qualsiasi momento, senza che tu possa farci nulla. Non esiste certezza per l’istante successivo.
Poiché la mente vuole certezze, tramuta l’amore in matrimonio, facendo diventare morta una cosa viva. Ora possiedi l’amore e puoi farci affidamento; sai che sarà presente anche domani. Questa è l’assurdità: hai ucciso una cosa per possederla, quindi non riesci più a goderne perché
è morta.
Per possedere tua moglie, l’hai uccisa. L’amata è diventata la moglie, ma ora ti aspetti che la moglie si comporti come l’amata. Questo è assurdo. La moglie non può comportarsi come l’amata. L’amata era viva, la moglie è morta. L’amata era qualcosa che accadeva spontaneamente, la moglie è un’istituzione. Ma quando la moglie non si comporta più come l’amata, tu dici: “Non mi ami più? Prima mi amavi”. Lei però non è più la stessa persona. Non è nemmeno una persona, è una cosa. Prima la uccidi per possederla, poi la vuoi viva. È così che si crea l’infelicità.

OSHO – “The Book of The Secrets vol. II”
©1975 International copyright by Osho International Foundation

500 giorni di Meditazione Dinamica

Un anno e mezzo di esperienza di Meditazione Dinamica: un intenso processo di profonda guarigione.

Una tecnica straordinaria che tocca e apre aree bloccate o disturbate nel corpo fisico e corpi sottili. Queste aree nascondono gli spazi oscuri e mascherati del nostro sistema energetico individuale che limitano o bloccano la nostra energia vitale.

E perpetuare questa tecnica porterà ad aprire anche lo spazio più antico e profondo, giorno dopo giorno, sempre di più.

Quindi la trasformazione avviene.

Un processo di guarigione ineguagliabile.

Lo spirituale non è mai in tensione – è impossibile. Non esiste una tensione spirituale, ma solo una fisica o mentale.
La tensione fisica è stata creata da quelli che, in nome della religione, hanno predicato un atteggiamento ostile al corpo. In Occidente, la religione cristiana è stata categoricamente nemica del corpo. Una falsa divisione, un golfo, è stato creato tra te e il tuo corpo; ma allora tutto il tuo atteggiamento creerà tensione. Non potrai mangiare in modo rilassato, non potrai dormire in modo rilassato; ogni atto fisico diventerà una tensione. Il corpo è il nemico, ma non puoi esistere senza di lui. Devi rimanere con lui, devi vivere col nemico, quindi c’è una tensione costante – non puoi mai rilassarti.

Il corpo non è tuo nemico; non è in alcun modo ostile e nemmeno indifferente verso di te. La sua vera essenza è estasi. Quando prendi il corpo come un dono, un dono divino, ti riavvicini a lui. Puoi amarlo, puoi sentirlo – e le vie del suo sentire sono molto sottili.

Non puoi sentire il corpo di un altro se non hai sentito il tuo; non puoi amare il corpo di un altro se non hai amato il tuo – è impossibile. Non puoi prenderti cura del corpo di un’altra persona se non ti sei preso cura del tuo – e nessuno lo fa! Tu puoi anche sostenere di prendertene cura, ma io insisto: nessuno lo fa. Anche se in apparenza te ne prendi cura, non è veramente così. Te ne prendi cura per altre ragioni – per via delle opinioni degli altri, per lo sguardo che vedi negli occhi degli altri, non per te stesso. Non ami il tuo corpo, ma se non lo ami, non puoi essere nel corpo.

Ama il tuo corpo e sentirai un rilassamento che non hai mai provato prima. L’amore è rilassante. Quando c’è amore, c’è rilassamento. Se ami qualcuno – se tra te e lui o tra te e lei c’è amore – con l’amore arriva anche la musica del rilassamento. Allora c’è rilassamento.

Lo stesso fenomeno accade se ami il tuo corpo; ti rilassi, te ne prendi cura. Amare il proprio corpo non è sbagliato, non è narcisismo. In realtà, è il primo passo verso la spiritualità.

Ecco perché la Meditazione Dinamica inizia dal corpo. Grazie alla respirazione vigorosa mente e consapevolezza si espandono; tutto il corpo diventa esistenza vitale e vibrante. Ora il salto è più facile; il pensiero non è più una barriera così insormontabile. Ridiventi un bambino: sei vivace, salti, pulsi di vita. Il condizionamento, il condizionamento mentale, non c’è più.

Il tuo corpo non è condizionato quanto la mente. Ricorda, la mente è condizionata, ma il corpo fa ancora parte della natura. Tutte le religioni e tutti i pensatori religiosi – che sono stati fondamentalmente cerebrali – sono ostili al corpo, perché nel corpo, nei sensi, la mente e i suoi condizionamenti vanno persi.

Quando respiri, inizi a sentire tutto il corpo, ogni suo angolo; il corpo viene inondato e tu diventi tutt’uno con lui. Ora per te è possibile fare il salto.

Il salto che fai nel sesso è molto piccolo, ma quello che fai nella meditazione è enorme. Nel sesso ‘salti’ dentro qualcun altro. Ma prima di fare questo salto devi essere tutt’uno col tuo corpo, e nel salto devi espanderti ancora di più, fino al corpo di un altro. La tua consapevolezza si diffonde al di là del tuo corpo. Nella meditazione salti dal tuo corpo nel corpo stesso dell’universo; diventi tutt’uno con lui.

Il secondo stadio della Meditazione Dinamica è catartico. Non solo sarai tutt’uno col tuo corpo, ma dovrai buttare fuori tutte le tensioni che si sono accumulate al suo interno. Il corpo deve diventare leggero, non appesantito, in modo che i movimenti possano essere vigorosi, il più vigorosi possibile. Allora si verificherà la stessa cosa che accade nelle danze dervisce, nelle danze Sufi. Se i movimenti sono vitali e vigorosi, arriva un momento in cui perdi il controllo. È indispensabile che accada: non devi essere in controllo, perché il controllo è l’ostacolo; tu sei l’ostacolo, la barriera. La tua facoltà di controllo – la mente – è la barriera.

Continua a muoverti. Certo, devi essere tu a iniziare, ma arriva un momento in cui verrai trascinato – sentirai di aver perso il controllo. Sei sulla soglia; ora puoi fare il salto. Sei ridiventato bambino. Sei tornato a casa; tutti i condizionamenti sono stati buttati fuori. Non ti preoccupi di nulla; non t’importa di ciò che pensano gli altri. Tutto ciò che la società aveva introdotto dentro di te è stato gettato via; sei diventato una particella che danza nell’universo.

Solo dopo aver buttato fuori tutto nel secondo stadio della Meditazione Dinamica, puoi passare al terzo stadio. La tua identità è andata persa, la tua immagine è stata spezzata, perché tutto ciò che sai su di te non è reale, è solo un’etichetta. Ti hanno detto che sei questo o quello, e ti sei identificato con ciò che ti hanno detto. Ma con un movimento vigoroso, con la danza cosmica, ogni identificazione andrà perduta. Sarai, per la prima volta, ciò che devi essere stato alla nascita. E con questa rinascita diventerai una persona nuova.

Osho