
La consapevolezza ti fornisce una presenza interiore. Senza di essa, hai la sensazione di essere, ma in realtà non sei.
Qualcuno chiese al Buddha: “Voglio servire l’umanità. Dimmi come posso fare”. Il Buddha osservò profondamente e intimamente quell’uomo e con profonda compassione disse: “Ma dove sei tu? chi servirà l’umanità? Tu ancora non sei. Innanzitutto sii, e quando sarai non avrai bisogno di farmi domande simili. Quando sei, farai ciò che semplicemente ti accadrà: quello sarà degno di essere fatto”.
Gurdjieff osservò che tutti si presentavano con l’idea di essere già, di esistere. Qualcuno venne da lui a chiedergli: “Dentro di me sono pazzo. La mia mente è un tumulto continuo, in conflitto e in contraddizione perenne, per cui dimmi cosa posso fare per dissolvere questa mente e avere la pace mentale e la calma interiore”. Gurdjieff rispose: “Non pensare alla mente; con essa non puoi fare nulla. La prima cosa è essere presenti. Innanzitutto tu devi essere. A quel punto puoi fare qualcosa. Ora come ora tu non sei”.
Cosa vuol dire “tu non sei”? Vuol dire che sei un robot, una cosa meccanica che funziona in base a leggi meccaniche. Comincia a essere all’erta. Unisci la consapevolezza a tutto ciò che stai facendo e comincia dalle cose semplici.
OSHO – “The Book of The Secrets vol. II”
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