Ma non chiedermi cosa puoi fare per arrenderti: non puoi fare nulla. Oppure, puoi fare una cosa sola: essere consapevole di cosa realmente guadagni tramite l’azione: siine consapevole! Pensi di aver “guadagnato molto”: hai guadagnato molta infelicità, molte angosce e molti incubi. Hai “guadagnato”! Questo è ciò che hai guadagnato attraverso il tuo sforzo, questo è ciò che l’ego può guadagnare. Sii consapevole dell’infelicità che hai creato in modo positivo, attivo, senza arrenderti. Sii consapevole di tutto ciò che hai fatto alla tua vita e questa consapevolezza ti aiuterà un giorno a buttare via tutto e ad arrenderti. Servirà a ricordarti che verrai trasformato non dall’arrenderti a un Guru particolare, ma dalla resa in sé. Dunque, il Guru è irrilevante; non è la cosa fondamentale. La gente continua a venire da me, chiedendomi: “Voglio arrendermi, ma a chi?”. Non è questo il punto. Non è questione di “a chi”. È la resa in sé che aiuta, non la persona a cui ti sei arreso. Egli potrebbe non esistere nemmeno o non essere un autentico Illuminato. Potrebbe non essere altro che un impostore, ma non è questo il punto; non ha importanza! Ti sei arreso: questo aiuta, perché ora sei vulnerabile, aperto, sei diventato femminile. Hai perso l’ego maschile e sei diventato un grembo femminile. La persona a cui ti sei arreso potrebbe essere un impostore o non esistere affatto, ma non è questo il punto! Ora che ti sei arreso, qualcosa può succederti. E molte volte è successo che anche con un falso maestro i discepoli si illuminassero. Questo forse ti sorprenderà: i discepoli si sono illuminati anche con un falso maestro! Si racconta che Milarepa si fosse arreso a un insegnante. Egli era un uomo di fede, estremamente fiducioso. Per cui quando l’insegnante gli disse: “Dovrai arrenderti a me, solo allora potrò aiutarti”, egli rispose: “Va bene, mi arrendo”. Ma i vecchi seguaci di quel maestro erano invidiosi di Milarepa perché era un tipo d’uomo assolutamente diverso. Era un’autentica forza magnetica e avevano paura che, se fosse rimasto lì, sarebbe diventato il capo dei discepoli e quindi il successivo Guru. Per cui dissero al loro insegnante: “Quest’uomo non sembra sincero, quindi prima controlla se la sua resa è reale”. Il maestro chiese: “Come dovremmo metterlo alla prova?”. Essi risposero: “Digli di saltare da questa collina”. E il maestro disse a Milarepa: “Se ti sei veramente arreso a me, salta da questa collina”. Egli non aspettò nemmeno di dire sì, ma saltò immediatamente. I discepoli pensarono che fosse morto e scesero. Impiegarono ore per arrivare a valle e lo trovarono semplicemente seduto sotto un albero a meditare, felice come non lo era mai stato. A quel punto i discepoli sostennero che si era trattato semplicemente di una coincidenza fortuita. Anche il maestro era sorpreso. Com’era potuto accadere? Per cui chiese in privato a Milarepa: “Cos’hai fatto? Com’è stato possibile?”. Egli rispose: “Quando mi sono arreso, non ero più io che facevo qualcosa, sei stato tu a fare qualcosa”. Il maestro sapeva benissimo di non aver fatto nulla, per cui ci riprovò. Mentre una casa bruciava, disse a Milarepa di entrare, sedersi e uscire solo quando tutta la casa fosse stata ridotta in cenere. Milarepa entrò e rimase lì per ore, finché la casa non fu altro che cenere. Quando gli altri entrarono, egli era semplicemente sepolto sotto la cenere, ma vivo ed estatico come non mai. Milarepa toccò i piedi del suo maestro dicendo: “Stai facendo miracoli”. Allora il maestro disse: “È difficile credere che questa sia un’altra coincidenza”. Ma i seguaci risposero: “Non è altro che una coincidenza. Provaci ancora. Ci vogliono almeno tre prove”. Mentre attraversavano un villaggio, il maestro disse: “Milarepa, la barca non è ancora arrivata e il traghettatore non ha mantenuto la parola, per cui, va’, cammina sull’acqua fino all’altra sponda e dì al traghettatore di venire”. Milarepa andò e allora il maestro davvero pensò che fosse un miracolo. Raggiunse l’altra sponda e tornò indietro con il traghetto. Il maestro chiese: “Milarepa, come fai?”. Egli rispose: “Mi affido semplicemente al tuo nome e poi agisco. È il tuo nome, maestro, che mi aiuta”. Allora il maestro pensò: “Se è il mio nome che può tanto…”. Provò anche lui a camminare sull’acqua, ma affogò e nessuno sentì mai più parlare di lui. Com’è potuto succedere? Ciò che conta è la resa, non il maestro, non ciò a cui ti arrendi. La statua, il tempio, l’albero, la pietra, qualsiasi cosa va benissimo. Se ti arrendi, diventi vulnerabile all’Esistenza e l’intera Esistenza ti prende nelle sue braccia. Forse questa storia è solo una parabola, ma il significato è questo: quando ti arrendi, l’intera Esistenza è dalla tua parte. Il fuoco, la collina, il fiume, la valle, nulla è contro di te perché tu non sei contro nulla. Non c’è più ostilità. Se cadi da una collina e ti spezzi le ossa, quelle sono le ossa del tuo ego. Stavi facendo resistenza e non hai permesso alla valle di aiutarti. Stavi aiutando te stesso, ti ritenevi più saggio dell’Esistenza. Arrendersi vuol dire arrivare a capire che tutto ciò che fai è stupido e senza senso. E hai commesso tantissime stupidità per molte vite. Affidati all’Esistenza. tu non puoi fare nulla! Devi comprendere che sei senza speranza, questa comprensione – sentire di essere assolutamente senza speranza – aiuterà la resa ad accadere.
Terza domanda: “Hai detto che l’amore può rendere liberi. Ma in genere vediamo che l’amore diventa attaccamento e invece di liberarci, ci rende più schiavi. Puoi dirci qualcosa sull’attaccamento e la libertà?”. L’amore diventa attaccamento quando non è amore. Era solo un gioco, un inganno. La realtà è l’attaccamento; l’amore esisteva solo come facciata. Quindi, ogni volta che ti innamori, presto o tardi scopri di essere diventato uno strumento e da ciò comincia tutta l’infelicità. Qual è il meccanismo? Perché accade? Proprio pochi giorni fa è venuto da me un uomo che si sentiva molto in colpa. “Amavo tantissimo una donna,” disse, “il giorno in cui è morta piangevo e singhiozzavo, ma improvvisamente mi sono accorto che dentro di me avvertivo una libertà, come se mi fossi liberato di un peso. Ho provato una profonda sensazione di sollievo, come se fossi diventato libero”. In quel momento era divenuto consapevole di un secondo livello del suo sentimento. All’esterno piangeva, singhiozzava e diceva: “Non posso vivere senza di lei. Sarà impossibile, la vita non sarà altro che una lenta morte”. Ma “in profondità,” ha detto “sapevo di sentirmi molto bene, finalmente libero”. Poi, a un terzo livello cominciò a sentirsi cadavere, e che aveva iniziato a sentirsi molto in colpa. “Aiutami”, mi pregò, “cos’è successo alla mia mente? Ho tradito mia moglie così?” Non è successo nulla; nessuno ha tradito. Quando l’amore diventa possesso, attaccamento, diventa un peso, una schiavitù. Ma perché l’amore diventa un attaccamento? La prima cosa da capire è che se l’amore diventa attaccamento, ti stavi solo illudendo che fosse amore. Stavi solo fingendo. In realtà, avevi bisogno dell’attaccamento. E se vai ancora più in profondità, scoprirai che avevi anche bisogno di diventare uno schiavo. Esiste una sottile paura della libertà, per cui tutti vogliono essere schiavi. Tutti, naturalmente, parlano della libertà, ma nessuno ha il coraggio di essere davvero libero, perché quando sei davvero libero, sei solo. E solo se hai il coraggio di essere solo, puoi essere libero. Ma nessuno ha il coraggio necessario per essere solo. Anche tu hai bisogno di qualcuno. Perché? Hai paura della tua solitudine. Ti annoi di te stesso. E, in realtà, quando sei solo nulla sembra avere veramente significato. Con qualcuno ti distrai, ti circondi di significati artificiali. Non potendo vivere per te stesso, cominci a vivere per qualcun altro. La stessa cosa vale per l’altro: lui o lei non possono vivere da soli, per cui si è alla ricerca di qualcuno. Quando due persone che hanno paura della loro solitudine si incontrano e cominciano a giocare all’amore, in profondità sono alla ricerca di attaccamento, prigionia, schiavitù. E prima o poi tutti i desideri si avverano. Questa è una delle più grandi disgrazie a questo mondo. Qualunque cosa desideri si avvera, prima o poi l’ottieni e il gioco di facciata scompare. Esaurita la sua funzione, scompare. Quando siete diventati moglie e marito, schiavi l’uno dell’altra, l’amore scompare, poiché era solo un’illusione grazie alla quale due persone hanno potuto diventare schiave l’una dell’altra. Non puoi chiedere direttamente di essere uno schiavo; è troppo umiliante. Né puoi dire direttamente a qualcuno: “Diventa mio schiavo”; si ribellerebbe. Non potendo dire: “Voglio essere tuo schiavo”, dici: “Non posso vivere senza di te”. Ma il significato è lo stesso. E quando il vero desiderio è soddisfatto, l’amore scompare. Allora cominci ad accorgerti della schiavitù, delle catene e lotterai per liberarti. Ricorda uno dei paradossi della mente: se non riesci a ottenere una cosa, la desideri fortemente; se la ottieni, te ne annoi. Quando sei solo, aneli a qualche tipo di schiavitù, e quando sei in schiavitù, aneli alla libertà. In realtà, solo gli schiavi anelano alla libertà, le persone libere tentano di nuovo di essere schiave. La mente oscilla sempre come un pendolo, si sposta da un estremo all’altro. L’amore non si tramuta in attaccamento. L’attaccamento era il bisogno; l’amore era solo un’esca. Eri alla ricerca di un pesce chiamato “attaccamento”, per il quale l’amore era solo un’esca. Quando il pesce ha abboccato, l’esca viene gettata via. Ricordalo e ogni volta che fai qualcosa, va’ in profondità dentro te stesso alla ricerca della vera causa. Se ci fosse amore vero, non si tramuterebbe mai in attaccamento. In che modo l’amore si trasforma in attaccamento? Nell’istante in cui dici al tuo amato: “Ama solo me” hai cominciato a possedere. E nell’istante in cui possiedi qualcuno, lo hai insultato profondamente, perché ne hai fatto una cosa, un oggetto. Se io ti possiedo, tu non sei più una persona, ma solo una voce sulla lista dei miei beni. Sei una cosa da usare e poiché sei solo una mia proprietà, non permetterò a nessun altro di usarti. È un contratto nel quale io sono posseduto da te e tu fai di me una cosa. E in base a questo contratto, nessun altro ora può usarti. Entrambi i partner si sentono legati e schiavizzati. Io faccio di te uno schiavo e in cambio tu fai di me uno schiavo. Allora comincia il conflitto: io voglio essere una persona libera, e tuttavia voglio possederti; tu vuoi mantenere la tua libertà e tuttavia possedermi. Se ti possiedo, sarò posseduto da te. Se non voglio essere posseduto da te, non devo possederti. Il possesso non dovrebbe mettersi in mezzo. Dobbiamo rimanere individui e muoverci come consapevolezze libere e indipendenti. È possibile incontrarsi e fondersi l’uno nell’altra, senza che nessuno eserciti alcun dominio, in questo modo non ci sarà schiavitù, né attaccamento. L’attaccamento è una della cose più orribili. E dicendo così, non intendo solo da un punto di vista religioso, ma anche estetico. Quando sei attaccato, hai perso la tua solitudine, il tuo isolamento, hai perso tutto. Solo per sentirti bene, con qualcuno che ha bisogno di te e sta insieme a te, hai perso tutto, hai perso te stesso. Ma il bello è che tu provi a essere indipendente e a possedere l’altro, mentre lui fa la stessa cosa con te. Quindi, se non vuoi essere posseduto, non possedere. Gesù ha detto: “Non giudicate affinché non siate giudicati”. È la stessa cosa: “Non possedete affinché non siate posseduti”. Non fare di nessuno uno schiavo o diventerai uno schiavo. I maestri, i cosiddetti maestri, sono schiavi dei propri schiavi. Non puoi diventare un Maestro senza diventare uno schiavo, è impossibile. Puoi essere un vero Maestro solo quando nessuno è tuo schiavo. Sembra paradossale, perché quando dico che puoi essere un Maestro solo quando nessuno è tuo schiavo, tu ribatterai: “Allora cosa vuol dire essere Maestri? Come posso essere un Maestro quando nessuno è mio schiavo?”. Ma io affermo che solo in quel caso sei un Maestro. In quel caso nessuno è tuo schiavo e nessuno proverà a renderti schiavo. Amare la libertà, provare a essere liberi, significa fondamentalmente arrivare a una profonda comprensione di se stessi. Adesso sai che basti a te stesso. Puoi condividere con qualcuno, senza dipendere. Posso condividere me stesso con qualcuno. Io posso condividere il mio amore, la mia felicità, la mia estasi, il mio silenzio, ma si tratta di una condivisione, non di una dipendenza. Se non ci fosse nessuno, sarei altrettanto felice ed estatico. Se è presente qualcuno, va altrettanto bene, solo in questo caso posso condividere. Solo quando realizzi la tua consapevolezza interiore, il tuo centro, l’amore non diventerà un attaccamento. Se non conosci il tuo centro interiore, l’amore diventerà attaccamento. Se lo conosci, diventerà devozione. Per amare devi prima esserci, ma tu non sei. Il Buddha stava attraversando un villaggio. Un giovane gli si avvicinò e disse: “Insegnami una cosa: come posso servire gli altri?”. Il Buddha rise di lui e disse: “Prima sii. Dimenticati degli altri. Prima sii te stesso e poi ogni cosa seguirà”. In questo momento tu non sei. Quando dici: “Quando amo qualcuno il mio amore diventa attaccamento” stai dicendo che non sei. È assente colui che fa, non c’è un punto interiore di consapevolezza, per cui tutto quello che fai va storto. Prima sii, dopo potrai condividere il tuo essere e quella condivisione sarà amore. Prima di allora, qualsiasi cosa tu faccia diventerà un attaccamento. Infine: se stai lottando contro l’attaccamento, hai preso la strada sbagliata. Lottare è possibile: lo fanno tantissimi monaci, eremiti e sannyasin. Si sentono attaccati alle loro case, alle loro proprietà, alle loro mogli, ai loro bambini, e hanno la sensazione di essere in gabbia. Scappano, lasciando le loro case, le loro mogli, i loro bambini e le loro proprietà, si fanno mendicanti e fuggono verso una foresta, verso la solitudine. Ma va’ a osservarli: vedrai che si sono attaccati al loro nuovo ambiente. Ero andato a trovare un amico eremita che viveva sotto un albero in una foresta molto fitta, in cui vivevano anche altri asceti. Un giorno arrivò un nuovo ricercatore, mentre il mio amico non c’era. Era andato al fiume a farsi un bagno, lasciando così il “suo” albero. Il nuovo sannyasin cominciò a meditare proprio sotto il suo albero. Quando tornò dal fiume, lo cacciò via da quell’albero e disse: “Questo è il mio albero. Va’ a cercarne uno da un’altra parte. Nessuno può sedersi sotto il mio albero”. E quell’uomo aveva lasciato la casa, la moglie, i figli! Ora l’albero era diventato una proprietà, tanto che nessuno poteva meditare sotto il suo albero. Non puoi fuggire così facilmente dall’attaccamento perché prenderà nuove forme. Ti illuderai, ma sarà presente. Quindi non lottare con l’attaccamento: prova semplicemente a capire perché esiste e riconoscine il motivo profondo. Poiché tu non sei, c’è attaccamento. Al tuo interno, il Sé è tanto assente che provi ad aggrapparti a qualsiasi cosa, per sentirti al sicuro. Non avendo radici, provi a fare di qualsiasi cosa le tue radici. Quando sarai radicato nel tuo Sé, quando saprai chi sei, cosa sono questo essere e questa consapevolezza dentro di te, allora non ti aggrapperai a nessuno. Questo non significa che non amerai. Anzi, solo in quel caso potrai amare, perché solo in quel caso potrai condividere senza condizioni né aspettative. Condividi semplicemente, perché hai in abbondanza — hai così tanto che stai straripando. Questo straripamento di se stessi è amore. E quando questo straripamento diventa un’ondata travolgente capace di colmare l’intero universo, quando il tuo amore tocca le stelle, quando la terra si appaga nel tuo amore e in esso tutto l’universo si bagna, a quel punto l’amore è devozione.
L’amore ti spaventa perché reprimi il sesso. Una persona che avrà represso il sesso avrà sempre paura dell’amore, perché il sesso segue sempre l’amore. L’amore è l’anima e il sesso il corpo: non si può accettare l’amore, perché il sesso verrebbe subito dopo; è proprio dietro l’angolo. Quindi chi ha represso il sesso non può amare. Può darlo a vedere, può fingere di amare, ma non può farlo veramente perché ha troppa paura. Per questo non è in grado di toccarti con amore: ha paura; un tocco pieno d’amore può in qualsiasi istante diventare un tocco sessuale, quindi avrà paura e non si lascerà toccare.
È possibile creare infinite giustificazioni, ma l’unico vero motivo è la paura, la paura dell’istinto represso. E quella persona sarà piena di odio, perché ogni energia repressa ritorna capovolta alla sua natura originaria.
Il tantra dice di accettare le cose, perché l’accettazione è necessaria per comprendere. Non puoi capire qualcosa se la neghi. Se io ti odiassi, non potrei guardarti negli occhi, non potrei vedere il tuo viso; mi girerei dall’altra parte, scapperei da te, non ti guarderei direttamente. Se invece ti amassi, solo in quel caso potrei guardare nei tuoi occhi e vedere il tuo viso.
Solo l’amore vede un volto. Diversamente non osservi mai i volti delle persone; vai qua e là a guardare, ma il tuo sguardo è casuale, non è profondo. Tocca, senza penetrare mai. Ma quando ami, allora tutta l’energia va ai tuoi occhi. A quel punto l’energia si muove, tocca in profondità, va dentro l’altra persona, la incontra al centro del suo essere. Solo allora puoi vedere e conoscere.
Se io amassi qualcuno, la mente penserebbe subito al matrimonio, perché il matrimonio blocca le cose. L’amore è un flusso che non può essere programmato. Nessuno sa dove porterà, o se porterà da qualche parte. Nessuno lo sa! Fluisce con il fiume, senza che tu possa sapere dove stia andando. Il giorno dopo, l’istante successivo, l’amore potrebbe non esistere più. Non puoi essere certo nemmeno dell’istante successivo. La mente vuole certezze, ma la vita è incertezza. Per questo la mente è contro l’amore e a favore del matrimonio, perché il matrimonio è una cosa fissa: è una certezza. Quando fissi una cosa, il flusso scompare e l’acqua non scorre più, si è tramutata in ghiaccio. A quel punto tra le mani ti resta una cosa morta, sulla quale è facile fare previsioni. Solo le cose morte possono essere previste. Più una cosa è viva, più è imprevedibile. Nessuno sa dove stia andando la vita. Dunque, noi non vogliamo la vita, ma cose morte. Accumuliamo cose per questo. È difficile vivere con una persona, mentre è facile vivere con le cose, per questo aumentiamo spasmodicamente i nostri beni, i nostri possessi. Se dobbiamo vivere con una persona, proveremo a fame una cosa. Una persona è inammissibile. Una moglie e un marito sono cose. Non persone, ma oggetti immutabili. Quando il marito arriva a casa, sa che la moglie lo starà aspettando. Lo sa, è in grado di prevederlo. Se ha voglia di fare l’amore, sa che c’è la moglie disponibile. La moglie è diventata una cosa e non può più dire: “No, oggi non ho voglia di fare l’amore”. Una moglie non può dire una cosa del genere. “Non ho voglia”?! Non può avere una sua volontà. E un’istituzione. Puoi fare affidamento su un’istituzione, ma non sulla vita. Ecco perché tramutiamo le persone in cose. Osserva una relazione qualsiasi. All’inizio è una relazione tra un “io” e un “tu”, prima o poi diventa una relazione tra “io” e “ciò”. Il “tu” scompare e da quel momento abbiamo aspettative, continuiamo ad aspettarci cose ben precise. Diciamo: “Fa’ questo. È il dovere di una brava moglie, è il dovere di un bravo marito. Fallo!”. E tu devi farlo. È un dovere, e va fatto automaticamente. Non puoi dire: “No, non posso farlo”. Questa fissità è paura della vita. La vita è un flusso di cui non si può dire nulla. In questo momento ti amo, nell’istante successivo potrei non amarti. Un momento fa non c’era amore, adesso c’è e non per merito mio. È semplicemente successo. Non ho potuto forzarlo, è un semplice accadere; ma ciò che accade spontaneamente può sparire in qualsiasi momento, senza che tu possa farci nulla. Non esiste certezza per l’istante successivo. Poiché la mente vuole certezze, tramuta l’amore in matrimonio, facendo diventare morta una cosa viva. Ora possiedi l’amore e puoi farci affidamento; sai che sarà presente anche domani. Questa è l’assurdità: hai ucciso una cosa per possederla, quindi non riesci più a goderne perché è morta. Per possedere tua moglie, l’hai uccisa. L’amata è diventata la moglie, ma ora ti aspetti che la moglie si comporti come l’amata. Questo è assurdo. La moglie non può comportarsi come l’amata. L’amata era viva, la moglie è morta. L’amata era qualcosa che accadeva spontaneamente, la moglie è un’istituzione. Ma quando la moglie non si comporta più come l’amata, tu dici: “Non mi ami più? Prima mi amavi”. Lei però non è più la stessa persona. Non è nemmeno una persona, è una cosa. Prima la uccidi per possederla, poi la vuoi viva. È così che si crea l’infelicità.
Ho sentito che quando San Francesco era sul letto di morte, aprì improvvisamente gli occhi e ringraziò il suo corpo. Prima di passare all’altro mondo, ringraziò il corpo, dicendo: “Molto era nascosto dentro di te e tu mi hai aiutato moltissimo. Io ero così ignorante, eppure ci sono state delle volte in cui ho combattuto contro di te. A volte ho addirittura pensato a te come a un nemico. Ma tu sei sempre stato un amico ed è grazie a te che ho potuto raggiungere un simile stato di consapevolezza”.
Questo dire grazie al corpo è una cosa meravigliosa. Ma San Francesco poté capirlo solo alla fine. Il tantra dice di provare a capirlo all’inizio. Mentre starai morendo, anche se ringrazierai il tuo corpo, sarà una cosa inutile. Il corpo è un tesoro di forze nascoste, di possibilità misteriose. Secondo il tantra in esso è celato l’intero cosmo in miniatura: non è altro che una miniatura di tutto il cosmo. Non lottarci contro. E cos’è il tuo sesso, se il corpo è una miniatura? Se davvero il tuo corpo è tutto il cosmo in miniatura, cos’è il sesso? Ciò che nel cosmo è creazione, in te è sesso. Per tutto il cosmo la creazione continua incessantemente: così è il sesso dentro di te. E ha tanta forza, perché tu devi essere un creatore.
Se il sesso è così potente, per il tantra vuol dire solo che non ti è concesso essere non creativo. Devi creare. Se non puoi creare qualcosa di più grande, crea almeno la vita. Se non puoi creare nulla di meglio di te, crea almeno qualcuno che ti sostituirà quando sarai morto. Il sesso è così potente perché il cosmo non può permetterti di essere non creativo, e tu ci stai lottando contro. Usalo!
Non è necessario usare il sesso solo nella riproduzione: in ogni creazione si usa il sesso. Per questo motivo un grande poeta, o un grande pittore, possono non sentire un forte desiderio sessuale. Ma la ragione non è che sono dei santi. La ragione è semplicemente questa: stanno creando qualcosa di più grande, che soddisfa il loro bisogno.
Il tantra è una scienza più profonda della scienza dell’atomo, perché mentre questa riguarda la materia, il tantra riguarda te e tu sei sempre più pericoloso di qualsiasi energia atomica. Il tantra riguarda te, l’atomo biologico, la cellula vivente, la consapevolezza stessa della vita e il funzionamento del suo meccanismo interiore. Per questo il tantra si interessa tanto al sesso. Chi si interessa alla vita e alla consapevolezza si interessa automaticamente al sesso, perché il sesso è la fonte della vita, dell’amore e di tutto ciò che accade nel mondo della consapevolezza. Quindi, se un ricercatore non si interessa al sesso, non è affatto un ricercatore. Forse è un filosofo, ma non un ricercatore. Dunque la filosofia è, più o meno, priva di senso: nient’altro che pensieri su cose inutili. Ho sentito dire che a Mulla Nasruddin piacevano le ragazze, ma non era molto fortunato con loro: non piaceva a nessuna. Un giorno, prima di incontrarne una nuova per la prima volta, chiese a un amico: “Qual è il tuo segreto? Tu sei un prodigio con le donne: riesci a ipnotizzarle, mentre io sono sempre un fallimento. Dammi una mano, rivelami qualche segreto, perché sto andando al mio primo appuntamento con una ragazza”. L’amico disse: “Ricordati tre cose: parla sempre di cibo, famiglia e filosofia”. “Perché del cibo?”, chiese il Mulla. “Io parlo del cibo perché così la ragazza si sente a suo agio; tutte le donne si interessano al cibo: lei è cibo per il bambino, è cibo per tutta l’umanità, quindi si interessa molto al cibo.” Il Mulla disse: “Ho capito. E perché della famiglia?”. L’altro rispose: “Parlale della famiglia in modo che le tue intenzioni sembrino oneste”. Infine Mulla disse: “E perché della filosofia?”. L’uomo rispose: “Parlale di filosofia perché la fa sentire intelligente”. Il Mulla corse via felice e, come vide la ragazza, le disse: “Ciao, ti piacciono le tagliatelle?”. La ragazza trasalì e disse: “No!” Allora il Mulla passò alla seconda domanda: “Hai dei fratelli?”. La ragazza trasalì ancor di più e si chiese: “Che razza di appuntamento è questo?”. Comunque rispose: “No!”. Per un attimo il Mulla non seppe cosa fare e si chiese: “Come faccio a parlare di filosofia?”. Per un istante rimase interdetto, poi chiese: “E se tu avessi un fratello, a lui piacerebbero le tagliatelle?”. La filosofia, più o meno, è nonsenso. Il tantra non si interessa alla filosofia, ma alla vita reale, esistenziale. Il tantra non si chiede mai se Dio, Moksha (la Liberazione), paradiso e inferno esistano; il tantra pone domande fondamentali sulla vita. Ecco perché si interessa tanto al sesso e all’amore; queste sono cose fondamentali: tu esisti grazie a loro, sei parte di loro. Tu sei solo e unicamente un gioco di energia sessuale. Ma se non comprendi e trascendi questa energia, non sarai mai nulla di più. Ora come ora non sei altro che energia sessuale. Potresti essere di più, ma se non lo capisci e non lo trascendi, non sarai mai nulla di più; è una possibilità che esiste solo in quanto seme. Per questo il tantra si interessa al sesso, all’amore e alla vita naturale. Tuttavia, la via per conoscere non passa attraverso il conflitto. Secondo il tantra, con la lotta non puoi comprendere nulla, perché in quel caso non sei ricettivo. In quel caso, poiché stai lottando, i segreti ti verranno nascosti: non sei aperto a ricevere. E quando lotti, sei sempre proiettato all’esterno. Se stai lottando contro il sesso, sei all’esterno. Se ti abbandoni al sesso, ne raggiungi il nucleo interiore; sei un iniziato. Se ti arrendi, se ti lasci andare, molte cose vengono conosciute. Hai già sperimentato il sesso, ma sempre con un atteggiamento di lotta; per questo non hai conosciuto molti segreti. Ad esempio, non hai conosciuto la forza rivitalizzante del sesso. Non l’hai conosciuta perché non puoi conoscerla: ciò richiede un “iniziato”. Se fluisci realmente con l’energia sessuale, in totale abbandono, prima o poi arriverai al punto in cui saprai che il sesso non solo può creare una nuova vita, ma può dare a te stesso più vita. Per gli amanti, il sesso può divenire una forza rivitalizzante, ma perché questo accada ti devi abbandonare, arrendere: devi lasciarti andare. E una volta che ti sei abbandonato, cambiano molte dimensioni. Ad esempio, il tantra e il Tao sanno che, eiaculando durante il rapporto, il sesso non può essere rivitalizzante. Non c’è bisogno di eiaculare; l’eiaculazione può essere totalmente dimenticata. Sia il tantra che il Tao sostengono che l’eiaculazione avviene perché c’è lotta; altrimenti non ce ne sarebbe bisogno. L’amante e l’amato possono essere in un profondo abbraccio sessuale, rilassati semplicemente l’uno nell’altra, senza fretta di eiaculare e arrivare alla fine. Possono semplicemente rilassarsi l’uno nell’altra. E se questo rilassamento è totale, entrambi si sentiranno più vivi; entrambi si arricchiranno a vicenda. Secondo il Tao, l’uomo potrebbe vivere mille anni, se non avesse fretta nel fare l’amore, se fosse profondamente rilassato. Se l’uomo e la donna sono profondamente rilassati l’uno nell’altra, semplicemente dissolti l’uno nell’altra, assorbiti l’uno nell’altra, senza fretta né tensioni, accadono molte cose: cose alchemiche, perché le essenze vitali di entrambi, l’elettricità e le bio- energie di entrambi, si incontrano. E semplicemente incontrandosi – poiché sono “anti”: una è negativa e l’altro è positivo, sono degli “anti-poli” – semplicemente incontrandosi profondamente, si rinvigoriscono a vicenda, si rendono più vivi e vitali. Possono vivere a lungo senza mai invecchiare. Ma questo lo puoi sapere soltanto se non hai un’attitudine di lotta. E sembra paradossale: chi lotta con il sesso eiaculerà più in fretta, perché la mente in tensione ha fretta di liberarsi dalla tensione. Le ricerche moderne rivelano molte cose, molti fatti sorprendenti. Per la prima volta Masters e Johnson hanno indagato scientificamente cosa accade nel rapporto sessuale. Sono arrivati a scoprire che il 75% degli uomini sono eiaculatori precoci: il 75% ! Prima che avvenga un incontro profondo, hanno già eiaculato e il rapporto è finito. E il 90% delle donne non ha mai avuto alcun orgasmo, non raggiunge mai un picco soddisfacente: il 90% delle donne. Per questo le donne sono tanto irritate e arrabbiate, e resteranno tali. Nessuna meditazione può aiutarle a sentirsi in pace e nessuna filosofia, religione o etica può metterle a loro agio con l’uomo con cui vivono. Sono frustrate e arrabbiate, perché sia la scienza moderna sia il tantra antico dicono che, se una donna non è profondamente appagata sessualmente, in famiglia sarà sempre un problema. Ciò che le manca creerà irritazioni e lei avrà sempre voglia di litigare. Perciò, se tua moglie litiga sempre, ripensaci. Non è un fatto che riguarda solo tua moglie: potresti essere tu la causa. E poiché le donne non raggiungono l’orgasmo, sono contro il sesso. È facile che non vogliano fare l’amore. Vanno sedotte, non sono pronte a entrare nel sesso. E perché dovrebbero esserlo, se non raggiungono mai un appagamento profondo per suo tramite? Al contrario, dopo aver fatto l’amore sentono che l’uomo le ha usate. Si sentono come una cosa usata e scartata. L’uomo è soddisfatto perché ha eiaculato: a quel punto si gira e si addormenta, mentre la moglie comincia a piangere. E stata semplicemente usata e l’esperienza non è stata in nessun modo soddisfacente per lei. Forse per il marito, l’amato o l’amico è stato uno sfogo, ma lei non ne ha tratto alcun appagamento. Il 90% delle donne non sa nemmeno cosa sia l’orgasmo. Non l’hanno mai conosciuto; non hanno mai raggiunto un picco di convulsione estatica in tutto il corpo, in cui ogni fibra palpita e ogni cellula diventa viva. Non l’hanno mai raggiunto a causa dell’atteggiamento, ostile al sesso, della società. È presente la mente che lotta e la donna è stata repressa così a lungo, che è diventata frigida. L’uomo continua a fare l’amore come se fosse peccato. Si sente colpevole: “Questo non va fatto”. E mentre fa l’amore con sua moglie o con l’amante, pensa di andare da qualche mahatma, da un cosiddetto santo, per trascendere questa colpa, questo peccato. È molto difficile liberarsi dai mahatma: stanno lì anche mentre fai l’amore. Voi non siete mai in due… è sempre presente un mahatma. Se non ci fosse, allora “Dio” vi vedrebbe mentre “peccate”. Nella testa della gente Dio non sembra altro che uno spione: sta sempre a guardarvi. Questo atteggiamento crea ansia, ma con l’ansia l’eiaculazione arriva prima. Quando non c’è ansia, l’eiaculazione può essere rinviata per ore, anche per giorni. Non è necessaria: se l’amore è profondo, entrambi i partner si rafforzano a vicenda. Poi l’eiaculazione cessa completamente: per anni i partner potranno incontrarsi senza più alcuno spreco di energia. Possono semplicemente rilassarsi l’uno nell’altra. I loro corpi si incontrano e si rilassano; entrano nel sesso e si rilassano. Prima o poi, il sesso non sarà più eccitazione. Ora come ora è eccitazione. Ma allora non sarà più eccitazione, bensì rilassamento, un profondo lasciarsi andare. Questo però può accadere solo se prima ti sei arreso dentro di te all’energia della vita, alla forza vitale: solo allora puoi arrenderti al tuo amante o alla tua amata. Il tantra dice che questo può accadere e fa in modo che accada. Secondo il tantra non bisogna mai fare l’amore mentre si è eccitati: sembra assurdo, perché quando si è eccitati si ha voglia di fare l’amore. E, di solito, entrambi i partner si eccitano a vicenda per poter fare l’amore. Ma secondo il tantra nell’eccitazione si spreca energia. Fa l’amore mentre sei calmo, sereno e meditativo. Prima medita, poi fa l’amore, e mentre fai l’amore non oltrepassare il limite. E cosa intendo con “non oltrepassare il limite”? Non eccitarti e non diventare violento, affinché la tua energia non vada dispersa. Se osservi due persone mentre fanno l’amore, avrai la sensazione che stiano lottando. Se i bambini piccoli vedono qualche volta il padre e la madre mentre fanno l’amore, pensano che il padre stia uccidendo la madre. Sembra una cosa violenta, una lotta. Non è bello, sembra orribile. Dev’essere qualcosa di più musicale e armonioso. I due partner devono essere uniti in una danza, senza lotta; come se stessero semplicemente cantando una melodia armoniosa e creassero un’atmosfera in cui entrambi possano dissolversi e diventare una cosa sola; a quel punto si rilassano. Questo è ciò che intende il tantra. Il tantra non è affatto sessuale: è la cosa meno sessuale e tuttavia ha molto a che vedere con il sesso. Non deve stupire se la natura rivela i suoi segreti attraverso questo rilassamento, questo lasciarsi andare. A quel punto cominci a essere consapevole di cosa stia accadendo e in quella consapevolezza molti segreti si rivelano alla tua mente. Innanzitutto, il sesso darà più vita. Per come è ora, dà morte. Per suo tramite stai semplicemente morendo, sprecando te stesso, deteriorandoti. Secondo, diventa la più profonda meditazione naturale. I tuoi pensieri cessano completamente. Quando sei totalmente rilassato insieme alla tua amata, i tuoi pensieri cessano. La mente non c’è più; solo il tuo cuore pulsa. Diventa una meditazione naturale. E se l’amore non riesce ad aiutarti nella meditazione, nient’altro potrà esserti d’aiuto, perché tutto il resto è semplicemente superfluo, superficiale. Se l’amore non può aiutare, nulla può farlo! L’amore ha la propria meditazione, ma tu non conosci l’amore; conosci solo il sesso e la sofferenza dello spreco di energia. Ecco perché, dopo aver fatto l’amore, ti senti depresso e decidi di prendere i voti di bramacharya, di vivere in castità. Ma questo voto viene preso in un momento di depressione, rabbia e sconforto, quindi non può essere d’aiuto. Una vocazione può essere utile solo se matura in un atteggiamento molto rilassato e profondamente meditativo. Altrimenti stai semplicemente mostrando la tua rabbia, la tua frustrazione e nient’altro: la tua vocazione se ne andrà in ventiquattr’ore. L’energia tornerà di nuovo e come d’abitudine dovrai scaricarla. Il tantra dice che il sesso è molto profondo poiché è vita, ma tu puoi essere interessato al tantra per i motivi sbagliati. Non interessartene per i motivi sbagliati, sentirai così che non è pericoloso. Allora il tantra trasforma l’esistenza. Alcuni metodi tantrici sono stati usati anche dallo yoga, ma con atteggiamento conflittuale. Il tantra usa gli stessi metodi, ma con atteggiamento pieno d’amore e questo fa una grande differenza. La stessa qualità delle tecniche cambia. Le tecniche diventano differenti perché tutto lo sfondo cambia. Inoltre mi è stato chiesto: “Qual è il contenuto centrale del tantra?”. La risposta sei tu! Tu sei il contenuto centrale del tantra, per ciò che sei in questo istante e per ciò che, nascosto dentro di te, può crescere; per ciò che sei e per ciò che puoi essere. Ora come ora sei un essere sessuale e se non lo comprendi a fondo, non potrai diventare spirito. Sessualità e spiritualità sono due estremi di un’unica energia. Il tantra comincia da te per ciò che sei, lo yoga da ciò che è il tuo potenziale. Lo yoga comincia dalla fine, il tantra dall’inizio. È sempre bene cominciare dall’inizio, perché se la fine diventa l’inizio, ti crei inutilmente infelicità. Tu non sei la fine, l’ideale. Devi diventare un Dio, l’ideale, ma sei solo un animale. E questo animale impazzisce per colpa dell’ideale di Dio. È travolto dalla follia. Il tantra dice di scordarti di Dio. Se sei l’animale, comprendi questo animale nella sua totalità. Proprio in quella comprensione Dio crescerà; se non riesce a crescere attraverso quella comprensione, scordatelo; non potrà mai venire alla luce. Gli ideali non possono far emergere le tue potenzialità; solo la conoscenza del reale può farlo. Dunque sei tu il contenuto centrale del tantra, per ciò che sei e per ciò che puoi diventare – per la tua realtà attuale e per le tue potenzialità. Non esiste altro contenuto. Qualche volta la gente si preoccupa. Se guardi a fondo nel tantra, in esso non si parla di Dio, né di Moksha o di Nirvana; dunque che religione è mai questa? Il tantra parla di cose che ti disgustano, di cui non vorresti parlare. Chi mai vuole parlare di sesso? Tutti pensano già di conoscerlo. Poiché sei in grado di procreare, pensi di conoscere già il sesso. Nessuno vuole parlarne, ma il sesso è il problema di tutti. Nessuno vuole parlare d’amore, perché tutti pensano già di essere dei grandi amatori. Ma prova a guardare la tua vita! È solo odio e nient’altro. Tutto ciò che chiami amore non è altro che un breve riposo, un attimo di rilassamento dell’odio. Guardati attorno e ti accorgerai cosa sai realmente dell’amore. Il Baal Shem, un mistico, si recava tutti i giorni dal suo sarto al quale aveva commissionato una tunica, ma il sarto impiegò sei mesi per fargli quella semplice tunica. Povero mistico! Quando la tunica fu pronta e venne consegnata al Baal Shem, egli disse: “Spiegami una cosa, perfino Dio ebbe bisogno di soli sei giorni per creare il mondo. In sei giorni Dio creò il mondo intero, tu hai impiegato sei mesi per fare questa semplice tunica?”. Il Baal Shem ricordò quel sarto nelle sue memorie. La sua risposta fu: “Certo, Dio ha creato il mondo in sei giorni, ma guarda che razza di mondo ha creato!”. Guardati attorno: guarda il mondo che tu hai creato, e capirai di non sapere niente. Stai solo brancolando nel buio. E poiché tutti gli altri stanno brancolando nel buio, non può essere che tu viva nella luce. Se tutti brancolano nel buio, ti senti bene perché hai la sensazione che non esista paragone. Ma anche tu sei nel buio e il tantra comincia da dove sei, così come sei; il tantra vuole illuminarti sulle cose essenziali, che tu non puoi negare: se provi a negarle, lo farai sempre a tue spese.
Un anno e mezzo di esperienza di Meditazione Dinamica: un intenso processo di profonda guarigione.
Una tecnica straordinaria che tocca e apre aree bloccate o disturbate nel corpo fisico e corpi sottili. Queste aree nascondono gli spazi oscuri e mascherati del nostro sistema energetico individuale che limitano o bloccano la nostra energia vitale.
E perpetuare questa tecnica porterà ad aprire anche lo spazio più antico e profondo, giorno dopo giorno, sempre di più.
Quindi la trasformazione avviene.
Un processo di guarigione ineguagliabile.
“
Lo spirituale non è mai in tensione – è impossibile. Non esiste una tensione spirituale, ma solo una fisica o mentale.
La tensione fisica è stata creata da quelli che, in nome della religione, hanno predicato un atteggiamento ostile al corpo. In Occidente, la religione cristiana è stata categoricamente nemica del corpo. Una falsa divisione, un golfo, è stato creato tra te e il tuo corpo; ma allora tutto il tuo atteggiamento creerà tensione. Non potrai mangiare in modo rilassato, non potrai dormire in modo rilassato; ogni atto fisico diventerà una tensione. Il corpo è il nemico, ma non puoi esistere senza di lui. Devi rimanere con lui, devi vivere col nemico, quindi c’è una tensione costante – non puoi mai rilassarti.
Il corpo non è tuo nemico; non è in alcun modo ostile e nemmeno indifferente verso di te. La sua vera essenza è estasi. Quando prendi il corpo come un dono, un dono divino, ti riavvicini a lui. Puoi amarlo, puoi sentirlo – e le vie del suo sentire sono molto sottili.
Non puoi sentire il corpo di un altro se non hai sentito il tuo; non puoi amare il corpo di un altro se non hai amato il tuo – è impossibile. Non puoi prenderti cura del corpo di un’altra persona se non ti sei preso cura del tuo – e nessuno lo fa! Tu puoi anche sostenere di prendertene cura, ma io insisto: nessuno lo fa. Anche se in apparenza te ne prendi cura, non è veramente così. Te ne prendi cura per altre ragioni – per via delle opinioni degli altri, per lo sguardo che vedi negli occhi degli altri, non per te stesso. Non ami il tuo corpo, ma se non lo ami, non puoi essere nel corpo.
Ama il tuo corpo e sentirai un rilassamento che non hai mai provato prima. L’amore è rilassante. Quando c’è amore, c’è rilassamento. Se ami qualcuno – se tra te e lui o tra te e lei c’è amore – con l’amore arriva anche la musica del rilassamento. Allora c’è rilassamento.
Lo stesso fenomeno accade se ami il tuo corpo; ti rilassi, te ne prendi cura. Amare il proprio corpo non è sbagliato, non è narcisismo. In realtà, è il primo passo verso la spiritualità.
Ecco perché la Meditazione Dinamica inizia dal corpo. Grazie alla respirazione vigorosa mente e consapevolezza si espandono; tutto il corpo diventa esistenza vitale e vibrante. Ora il salto è più facile; il pensiero non è più una barriera così insormontabile. Ridiventi un bambino: sei vivace, salti, pulsi di vita. Il condizionamento, il condizionamento mentale, non c’è più.
Il tuo corpo non è condizionato quanto la mente. Ricorda, la mente è condizionata, ma il corpo fa ancora parte della natura. Tutte le religioni e tutti i pensatori religiosi – che sono stati fondamentalmente cerebrali – sono ostili al corpo, perché nel corpo, nei sensi, la mente e i suoi condizionamenti vanno persi.
Quando respiri, inizi a sentire tutto il corpo, ogni suo angolo; il corpo viene inondato e tu diventi tutt’uno con lui. Ora per te è possibile fare il salto.
Il salto che fai nel sesso è molto piccolo, ma quello che fai nella meditazione è enorme. Nel sesso ‘salti’ dentro qualcun altro. Ma prima di fare questo salto devi essere tutt’uno col tuo corpo, e nel salto devi espanderti ancora di più, fino al corpo di un altro. La tua consapevolezza si diffonde al di là del tuo corpo. Nella meditazione salti dal tuo corpo nel corpo stesso dell’universo; diventi tutt’uno con lui.
Il secondo stadio della Meditazione Dinamica è catartico. Non solo sarai tutt’uno col tuo corpo, ma dovrai buttare fuori tutte le tensioni che si sono accumulate al suo interno. Il corpo deve diventare leggero, non appesantito, in modo che i movimenti possano essere vigorosi, il più vigorosi possibile. Allora si verificherà la stessa cosa che accade nelle danze dervisce, nelle danze Sufi. Se i movimenti sono vitali e vigorosi, arriva un momento in cui perdi il controllo. È indispensabile che accada: non devi essere in controllo, perché il controllo è l’ostacolo; tu sei l’ostacolo, la barriera. La tua facoltà di controllo – la mente – è la barriera.
Continua a muoverti. Certo, devi essere tu a iniziare, ma arriva un momento in cui verrai trascinato – sentirai di aver perso il controllo. Sei sulla soglia; ora puoi fare il salto. Sei ridiventato bambino. Sei tornato a casa; tutti i condizionamenti sono stati buttati fuori. Non ti preoccupi di nulla; non t’importa di ciò che pensano gli altri. Tutto ciò che la società aveva introdotto dentro di te è stato gettato via; sei diventato una particella che danza nell’universo.
Solo dopo aver buttato fuori tutto nel secondo stadio della Meditazione Dinamica, puoi passare al terzo stadio. La tua identità è andata persa, la tua immagine è stata spezzata, perché tutto ciò che sai su di te non è reale, è solo un’etichetta. Ti hanno detto che sei questo o quello, e ti sei identificato con ciò che ti hanno detto. Ma con un movimento vigoroso, con la danza cosmica, ogni identificazione andrà perduta. Sarai, per la prima volta, ciò che devi essere stato alla nascita. E con questa rinascita diventerai una persona nuova.
Il sistema Aura-Soma è nato da un’intuizione dell’alchimista Vicky Wall avvenuta in seguito a una canalizzazione da lei ricevuta.
Aura-Soma è un metodo cromoterapico non intrusivo completamente naturale. Ogni bottiglia Equilibrium di Aura-Soma ha le proprietà sottili dei cristalli che si uniscono alle proprietà curative delle erbe e dei fiori sostenute e nutrite dall’arcobaleno della luce.
Il colore è parte del tutto, compriamo una autovettura scegliendola anche attraverso il colore; apriamo l’armadio la mattina e scegliamo un abito piuttosto che un altro, a seconda del colore che in quel momento risuona con noi; scegliamo la copertina della nostra agenda prima per il colore e poi a seconda della nostra necessità, settimanale, mensile, etc…
Ed è attraverso la sensazione che un particolare colore ci dà, che possiamo scoprire quali blocchi, ferite e ombre ci stanno allontanando dal nostro percorso di vita; ma ancora di più possiamo riscoprire i nostri doni e i nostri talenti.
Attraverso una lettura su oltre un centinaio di bottiglie Equilibrium, selezioniamo quattro bottiglie che rappresentano lo stato della nostra individualità su tutti i piani: energetico, psichico, spirituale e fisico. Quale bisogno esprime in quel momento la nostra anima o semplicemente un supporto alle nostre scelte di vita, o alla direzione verso la quale andiamo ora. E utilizzando una di quelle bottiglie su noi stessi iniziamo un lavoro di supporto energetico che agisce attraverso i corpi sottili, l’aura e i chakra.
La scelta delle bottiglie è il punto di forza di questa metodo terapeutico: non possiamo scegliere con il mentale bensì attraverso le nostre capacità percettive che sono correlate ad essenziali del nostro sistema energetico, molto più profondi dello strato mentale, ma soprattutto molto più veri perché privi di condizionamenti. Il colore arriva da una scelta che bypassa totalmente la mente e per questo il sistema è infallibile.
La nostra aura è strutturata da sette principali “motori” energetici, o chakra.
I chakra ricevono, assimilano, trasformano e trasmettono energia. Le frequenze dei colori relative ai chakra sono la chiave con la quale lavorano le bottiglie Aura-Soma. Uno degli intenti di Aura-Soma, è di portare energie in equilibrio e anche di restaurare, rivitalizzare oltre che rimuovere le nostre forme energetiche disturbanti su tutti i livelli.
Incontrare Aura-Soma è dare spazio al richiamo della nostra anima.
L’uso delle bottiglie Equilibrium con il massaggio californiano è un metodo superefficace per innalzare il potere di questo sistema. Non solo perché viene distribuito su tutto il corpo, ma soprattutto perché attraverso la qualità sottile dell’affettività del massaggio si crea una potente sinergia con il lavoro sottile di Aura-Soma.
Le qualità importanti del massaggio californiano come l’affetto, l’amore, il sostegno. la protezione e tanti altri essenziali fondamentali, sono qualità energetiche puramente sottili che si amplificano enormemente con l’ausilio del sistema Aura-Soma.
Da-da-un-pa è il titolo di una canzone del 1961 musicata dal maestro Bruno Canfora su testo di Dino Verde. Interpretata dalle Gemelle Kessler e dai gemelli Black Burns, era la sigla musicale della trasmissione televisiva Studio Uno.
La canzone – entrata a far parte dell’immaginario collettivo – colpì in maniera particolare il telespettatore medio della televisione nazionalpopolare italiana degli anni sessanta, in virtù della sua orecchiabilità e della danza di accompagnamento eseguita dalle artiste tedesche insieme ai ragazzi Gemelli Black Burns.
Come ricorda l’Enciclopedia della televisione curata da Aldo Grasso, le lunghissime gambe delle Kessler – all’epoca venticinquenni e reduci dai fasti del Lido di Parigi – rischiarono “di provocare uno scandalo” tanto da essere “opportunamente nascoste da pesanti calze di lana scura”.
La canzone funzionò come trampolino di lancio per le Kessler che, forti di una certa notorietà per la partecipazione ad un altro programma di intrattenimento nella stagione precedente, Giardino d’inverno, da allora consolidarono la loro popolarità.
Il testo del motivo, nella sua semplicità, ammiccava al valore di seduzione della ragazza proveniente dal nord dell’Europa, un tema all’epoca molto avvertito e posto qui quasi come contrappeso all’avvenenza delle maggiorate sfornate dal cinema italiano del tempo.
Le Kessler manifestavano con il canto (e il ballo) la gioia per il ritorno in Italia (la scena televisiva della televisione degli albòri era come un campo da seminare) sottolineando nel ritornello:
« Da-da-un-pa
come abracadabra funzionerà.
Ogni giorno ed ogni illusione
con il Da-da-un-pa
diventerà realtà.
Da-da-un-pa
Da da …
Con verve autoironica le Gemelle Kessler hanno poi eseguito nuovamente in anni più recenti il brano in occasione di trasmissioni televisive di sapore revival.